Nella penombra di quel rudere che risonava autunno,
la Sartina Francese fisso' la mano che Le arpionava il polso
e, quasi tossendone parole,
senza il fiato, salassato dal sussulto,
e soffocato dal pulviscolo ceduto in altri lassi,
strepito':
"Soeur Bonheur! Ce temps que tu viens?"
Nell'istante che precedette la replica, in quegli occhi, si rivide: loro due correre da ferme sui nastri d'arcobaleno,
come a solcare momenti d'altroquando, munite di fórcole di volonta'.
In quel medesimo istante, astro' la penosa lontananza dai congiunti affetti, consentendo a bocciuoli letizi di spuntare tra sedimenti di smarrimento.
Come a scoprire un'oasi in un deserto di imposizioni forestiere.
[14 - continua]
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